STORIA E MISSIONE
Qui di seguito si ripercorrono le tappe principali perseguite dalla Comunità Montana Valle San Martino, che hanno portato al riconoscimento dell’omonimo ecomuseo.
Tra il 1997 e il 2002 un gruppo di lavoro del Politecnico di Milano, guidato da Maurizio Boriani, fu incaricato - dall’allora Presidente e oggi Assessore al Patrimonio Culturale, Franco Carenini - per la ricognizione e la catalogazione delle strutture edilizie e paesistiche, con potenzialità ecomuseali, site nel territorio lecchese della valle, per la definizione di un progetto di fattibilità ecomuseale nonché per la realizzazione, presso Villa De Ponti a Calolziocorte, di un centro visitatori.
Nel 2006, a seguito dell’inserimento nel territorio della Comunità Montana dei Comuni bergamaschi di Caprino, Cisano e Pontida, da Angelo Gandolfi, nel frattempo subentrato alla Presidenza della Comunità Montana, veniva altresì affidato allo studio di architettura di Giorgio Rota di Caprino Bergamasco il mandato di completare il progetto avviato dal Politecnico. Questo prezioso lavoro, nel suo complesso, ha permesso la realizzazione di un catasto territoriale, propedeutico alla formazione di un ecomuseo in Valle San Martino.
A tal uopo nel novembre del 2007, su iniziativa dell’attuale Presidente Carlo Malugani e del Direttivo da lui guidato, è stato perciò istituito il Comitato tecnico-scientifico dell’ecomuseo (composto da Gian Luigi Daccò, coordinatore, e da Fabio Bonaiti, Franco Carenini, Cristina Grasseni, Gabriele Rinaldi e Giovanna Virgilio, cui si sono aggiunti, nel tempo, Laura Farina e Gian Luca Baio) deputato alla definizione del piano di lavoro culturale specifico, della redazione del necessario regolamento e della domanda di accreditamento regionale.
Nel 2008, con provvedimento n. 8/7873 del 30 luglio, la Giunta regionale della Lombardia ha infine riconosciuto ufficialmente l’Ecomuseo Val San Martino che ha potuto così concretamente avviare l’iter di costituzione attraverso l’allestimento del centro di documentazione presso la sede di Villa de Ponti, l’avviamento di un corso di formazione per operatori ecomuseali, la predisposizione di linee progettuali pluriennali e la produzione di adeguati materiali comunicativi e promozionali.
Tale accreditamento, riconfermato tramite monitoraggio nel 2011 e nel 2017, risulta di fondamentale importanza per la politica culturale che la Comunità Montana e il territorio intendono perseguire, la quale si esplicita nella missione stessa dell’ecomuseo che si propone pertanto di tutelare il patrimonio culturale e ambientale della valle, e cioè l’insieme delle testimonianze del passato nonché il saper fare ereditato dalle generazioni passate, di favorirne la conoscenza e la trasmissione, attraverso il coinvolgimento attivo degli abitanti.
Dedicato alla documentazione, conservazione e valorizzazione della memoria storica della Valle San Martino, nelle sue manifestazioni materiali ed immateriali, attraverso l’attuazione e la gestione coordinata di sedi museali, itinerari, emergenze e di un centro di documentazione, l’ecomuseo considera infatti la popolazione residente il primo soggetto a cui è demandata la tutela, il rinnovamento e la comunicazione dell’identità e dei valori del territorio.
Promuovendo attività di ricerca, progetti educativi, iniziative di documentazione e catalogazione della cultura materiale, dell’ambiente e della storia del territorio, e favorendo lo sviluppo di attività produttive e turistiche legate alle peculiarità della valle, l’ecomuseo vuole anche essere uno strumento concreto di sviluppo della comunità locale che sappia radicarsi nel patrimonio territoriale, nelle sue componenti ambientali, storico-culturali, produttive ed etnografiche (estratto dal Regolamento).
Ecomuseo Val San Martino: cos'é
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