Montagna

LE NOSTRE MONTAGNE

Per visitare una mostra, una chiesa o un qualsiasi monumento è necessario recarsi sul luogo prescelto, leggere le iscrizioni e studiarsi le pubblicazioni che parlano dell’oggetto della nostra visita. Per osservare le montagne basta alzare la testa e far correre lo sguardo. Cosa c’è di più adatto ad un ecomuseo di un paesaggio con montagne, che ogni giorno si offre agli occhi degli uomini che abitano ai piedi di queste splendide prime grandi rughe che si incontrano venendo dalla pianura? C’erano prima di noi, ci accompagnano durante la nostra breve esistenza e conosceranno i nostri figli e i nostri nipoti. Com’è possibile non aver voglia di sapere qualcosa di più sui nostri monti e su come abbiamo interagito con loro nel corso del tempo?

NEL CORSO DEL TEMPO

com’erano le montagne della Valle San Martino nei secoli scorsi? Cosa succedeva sulla dorsale che collega il Resegone all’Albenza passando per la Camozzera, l’Ocone, il Passo del Pertus, il meraviglioso balcone del Monte Tesoro, la cima del Linzone e i prati fioriti di narcisi di Valcava e sul Monte Canto? La prima risposta che viene in mente è: erano vive.
Decisamente più vive di oggi. Sui pascoli, sotto le fronde dei rari boschi, la vita palpitava con tutte le sue contraddizioni: lavoro, fatica, caccia, raccolta e produzione di cibo, carestie, rifugio e forse ricerca di libertà. Per secoli sono state montagne fortemente antropizzate: le miniere davano ferro per i magli dislocati lungo i corsi d’acqua, i boschi donavano, sino al sacrificio totale, legna che diventava carbone nel “pojat”, lasciando nei boschi le radure degli “ajal” e i pascoli per chi allevava pecore, capre e mucche.

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LA FUNIVIA DI VALCAVA

la storia della funivia di Valcava è una storia emblematica dello sviluppo turistico lombardo. Situata intorno ai 1250 m. di altezza Valcava è una frazione di Torre de’ Busi che all’inizio del ‘900 era ancora difficile da raggiungere. Solamente una lunga mulattiera la collegava a Torre, 800 metri più in basso. L’arch. Alessandro Comolli di Caprino colse le potenzialità turistiche di uno tra i più splendidi balconi delle Prealpi. Dopo aver visto in azione in Trentino una funivia, nel 1925 riuscì a convincere gli amministratori di Torre de Busi a permettergli di costruire la prima funivia lombarda e la seconda in Italia.


RUCHIN

Proprio sullo “Scarpone” del 23 agosto 1942 viene pubblicata la seguente notizia: “reduci dalle Dolomiti di Agordo i due rocciatori del Dopolavoro Ferroviario Alfa Romeo di Milano Ercole Esposito e Alfredo Colombo hanno conseguito una bella vittoria scalando per la prima volta la direttissima alla Parete Ovest del Monte Spedone. La larga cortina dolomitica che incombe sulla carrozzabile Calolzio- Erve e che domina con la sua imponente e paurosa mole la Brianza è stata vinta domenica 23 agosto dopo oltre 14 ore di incredibili sforzi…”.

Ma chi è Ercole Espositopiù conosciuto come “Ruchin” che dal 1939 al 1945, anno della sua tragica morte sulla Parete Nord del Sassolungo, ha attraversato come una meteora le cronache alpinistiche locali e nazionali. Ruchin nasce a Calolzio nel 1914. Si avvicina alla montagna come molti altri giovani di quel periodo. Due foglio presi da un registro scolastico ci aiuteranno nel ricostruire la sua attività alpinistica. Su questi fogli Ruchin annota in bella calligrafia l’elenco delle sue salite nel biennio 1939- 1940 aggiungendovi altre annotazioni che riguardano il suo interesse per la montagna come nel caso di una trasferta a Bergamo l’11 maggio 1939 per assistere ad una serata di Emilio Comici, il grande arrampicatore triestino.

LE ASSOCIAZIONI ESCURSIONISTICHE

Gruppo escursionisti Calolziesi G.E.C.Genepì. Le vere protagoniste degli anni Sessanta e Settanta sono state le associazioni escursionistiche. Nel corso degli ultimi cinquant’anni sono riuscite a portare in montagna migliaia di persone. Spesso lavorano in stretto contatto con gli oratori e riescono a mettere il seme della montagna in tantissimi ragazzi. Vediamole una per una. 22 aprile 1961: una ventina di giovani che frequentavano la montagna decidono di dar vita al Gruppo escursionisti Calolziesi Genepì. A trainare il gruppo è Don Giulio Gabanelli che indirizza i giovani ad affrontare le attività che oggi verrebbero definite “outdoor” come l’escursionismo, lo sci, la speleologia con attenzione particolare alla salvaguardia dell’ambiente e a privilegiare la cura dell’altro e la socializzazione anziché la competizione. Per attuare quest’ultima finalità i soci ristrutturano, tra i boschi di Carenno, una vecchia cascina trasformandola in un prezioso luogo di aggregazione “ il Baitello”.

Gruppo Escursionisti Foppenico G.E.F. Dinamo. Nel 1971 , Giuseppe Bonacina, Giordano Andreotti e Alberto Corti si staccano dalla Società escursionisti Calolziesi e danno vita alla Dinamo G.E.F. sigla che sta per Gruppo Escursionisti Foppenico che entra subito a far parte della Federazione Italiana Escursionisti (F.I.E) e che da allora si occuperà di escursionismo specializzandosi in particolare nelle marce di regolarità, attività nella quale ottiene anche oggi ottimi risultati.


Gruppo Escursionisti Vercuraghesi G.E.V. LUMACA. Sono passati solamente pochi anni dalla nascita del G.E.C di Calolziocorte ed ecco spuntare un altro gruppo di escursionisti che andrà lontano. Verso la metà degli anni sessanta un gruppetto di amici che si ritrova abitualmente all’oratorio di Vercurago decide di organizzare alcune escursioni in montagna. Nell’ottobre del 1966 il gruppo si costituisce come sezione autonoma della locale Polisportiva ed ottiene l’affiliazione alla Federazione Italiana Escursionisti, l’importante associazione che organizza, a livello nazionale, le società escursionistiche. Comincia così una storia importantissima fatta di escursioni, gite, vacanze estive che portano in montagna intere generazioni di Vercuraghesi. Nel 1969 il GEV si stacca dalla Polisportiva e, dopo aver avuto per anni come luogo di raduno, la trattoria Miglio in Via Roma, 1973 gli escursionisti di Vercurago cominciano a ritrovarsi in una nuova sede all’interno di “ Ca Gambirasio” per poi trasferirsi in quella che è l’attuale sede di Via Sa Gerolamo. Per anni gestiscono il baitello del Pas del Fo che poi passerà alla sezione del CAI Calolzio. Oggi siamo nel 2016 e la GEV compie cinquant’anni, ma non li dimostra affatto. La sua storia si intreccia con la storia di Vercurago e sono ben pochi i Vercuraghesi che non hanno mai partecipato ad almeno una delle tante inizative dell’associazione che continua ad organizzare serate, eventi, gite e campeggi con lo stesso entusiasmo degli inizi.